Nome: Matteo Peru
Laureato il: 24/06/2016
Tesi: Analisi e predizione in tempo reale dell’esito dei cicli di stabilizzazione per un’azienda farmaceutica
Matteo Peru, laureato da poco alla magistrale in Business Informatics, ci scherza su: “Noi informatici puri non sempre vediamo di buon occhio le specialistiche interdisciplinari con materie non prettamente scientifiche, come nel nostro caso i vari corsi di economia”. A convincerlo a iscriversi è stato un professore della triennale durante una cena informale di fine corso.
“Discutevamo delle opzioni per il futuro e ci ha parlato delle possibilità lavorative, soprattutto in ambito aziendale, dei laureati in Business Informatics. L’analisi dati mi piaceva, così ho deciso di prendere questa strada”, prosegue.
Obiettivo laurea – Matteo, che di origine è sardo, si è trasferito a Pisa per frequentare i corsi della laurea triennale in informatica prima e della specialistica in Business Informatics poi. La storia che ci racconta parla del suo obiettivo e della tenacia che ha messo in campo per raggiungerlo. Il diploma in perito informatico conseguito nel 2005, un lavoro presso un’azienda informatica locale che però non soddisfa in pieno le sue ambizioni perché “il lavoro da tecnico è comunque limitato”, e quindi le dimissioni e l’iscrizione all’università 4 anni dopo rispetto ai coetanei.
“Lavoravo a Sassari come tecnico informatico, ma avevo il pallino di prendere la laurea fin dalle scuole superiori – ricorda – ma per chi, come me, vive su un’isola, il trasferimento può rappresentare un costo troppo alto”. Per questo Matteo, pazientemente, lavora per qualche anno prima di rimettersi sui libri.
Quando arriva il momento di partire sceglie Pisa. “Se si fanno le cose si fanno per bene, per questo ho scelto la migliore”, sorride, non nascondendo che a dettare la scelta non è stato solo il buon nome dell’ateneo ma anche i frequenti collegamenti tra la città della torre e la sua Sardegna.
Un progetto internazionale – “Proprio perché venivo già dal mondo del lavoro volevo fare una tesi in azienda, non accademica”, racconta. Tra le varie proposte di tesi una in particolare attira la sua attenzione, perché parla di un progetto da svolgersi all’interno di un’azienda farmaceutica per conto di un cliente internazionale. La scelta ricade subito su quella proposta: “Mi piaceva l’idea di far parte di un progetto che avrebbe coinvolto clienti in America, oltre al fatto che la sede principale dell’azienda si trova a Firenze, un luogo dove avrei potuto trasferirmi facilmente”.
Sterilizzare per produrre l’insulina – L’obiettivo del progetto è lo studio di una linea produttiva dell’azienda, in particolare il ciclo di sterilizzazione dell’insulina. Quando un’azienda farmaceutica produce questo farmaco, deve verificare che l’ambiente in cui sono state caricate le cartucce sia perfettamente sterile. Nel momento in cui Matteo sale a bordo del progetto, questa verifica è possibile solo a posteriori, una volta terminati i processi di sterilizzazione.
“Gli operatori del ciclo produttivo potevano scoprire se le operazioni erano andate bene solo alla fine. Attraverso lo studio della mia tesi abbiamo provato a utilizzare i dati dei sensori installati nella linea produttiva prevedere l’esito in anticipo, permettendo così di intervenire in tempo reale”, spiega Matteo.
Quando parte, il progetto rappresenta una novità anche per l’azienda stessa, che si trova a utilizzare la tecnica analizzata da Matteo per la prima volta. “Il nome tecnico è real time, analisi in tempo reale – prosegue. In pratica consiste nell’elaborare i dati nel momento stesso in cui arrivano, senza aspettare che vengano memorizzati nei database, in modo da permettere di applicare correzioni o interrompere il processo prima delle fine.
Il complesso sistema messo a punto dallo studente termina con una visualizzazione piuttosto semplice. Su un semaforo virtuale si accende una luce verde o rossa a seconda di come sta procedendo la sterilizzazione.
Dallo stage al contratto – “La parte più difficile è stata capire come integrare tutte le tecnologie tra di loro. Ho usato dati di vecchi processi e ho costruito dei modelli per capire la probabilità di successo del ciclo produttivo”, ricorda Matteo, che dopo uno stage curricolare di 6 mesi è stato assunto con contratto di apprendistato e buone prospettive di rimanere. “Ho già ricevuto una promozione, direi che tutto procede bene”.